Un viaggio tra paesaggi vulcanici, spiagge nere e canyon incantati
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Giorno 1 – Reykjavik – Sellfoss – Skogafoss
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Da Roma parte quotidianamente un volo diretto operato da WizzAir che in 4,5 ore vi porta nella capitale poco sotto il circolo polare artico. Esistono collegamenti anche da altre città del bel paese. Atterrati a Reykjavik, una ragazza dell’autonoleggio ci aspettava già agli arrivi per condurci al punto in cui avremmo ritirato l’auto (super efficienti!). Usciti dall’aeroporto fortunatamente abbiamo trovato un cielo limpido ma il vento e gli otto gradi ci hanno fatto tirare subito fuori la giacca più che autunnale dal bagaglio a mano (continua a leggere e ti racconterò la mia impressione sul clima islandese!). Arrivati al campo base della compagnia di autonoleggio, una distesa di Dacia Duster bianche (non so come mai le abbiano scelte tutte così) ci aspettava in attesa di partire. Non splende in bellezza ma ve la consiglio! Pur facendo il classico giro ad anello lungo la Ring Road, potrebbe venirvi voglia di addentrarvi su percorsi meno battuti dove potreste trovare tratti di strada con ghiaia e ciottoli. Se poi volete addentrarvi sulle F-Roads (strade di montagna) la 4×4 sarà un must. Non risparmiate sull’assicurazione. Scegliete il pacchetto premium che la compagnia vi offre quando prenotate l’auto da casa in modo da viaggiare senza pensieri quando sarete in Islanda. Occhio però ad alcuni aspetti: le folate di vento che potrebbero portarsi via la portiera, l’acqua del fiume qualora pensiate di guadarlo, non avvicinarvi con l’auto ai cavalli che troverete un po’ ovunque. I danni, in questo caso, non saranno coperti da alcuna assicurazione!
Saliti a bordo siamo partiti in direzione Selfoss (da non confondere con le cascate vicino Dettifoss nel nord dell’Islanda). La cittadina è piccolina con una strada principale e dei negozi (come molti altri paesini dell’isola). Abbiamo approfittato del piazzale antistante una chiesetta carina e di lato al fiume per consumare il panino acquistato al supermercato.
Affrontiamo subito il tema cibo :-). In Islanda i ristoranti (ma anche i chioschetti) costano circa 3 volte che in Italia. Il nostro consiglio è quello di assaggiare i piatti di pesce locale fissando un paio di pranzi/cene al ristorante per poi buttarvi su piatti da preparare o panini acquistati al supermercato (a meno che non siate disposti a sborsare un bel po’ di ISK!). Il supermercato super consigliato è Bonus: trovate un po’ di tutto (tranne gli alcolici per i quali esistono appositi negozi) a prezzi ragionevoli.
La seconda tappa del viaggio è Seljandifoss, una delle cascate più iconiche dell’isola. La cascata è già visibile dalla Ring Road e mano a mano che ci si avvicina si apprezza sempre di più la bellezza di questa cascata che si getta da un’altezza di 60 metri. Dal parcheggio è possibile percorrere un breve percorso che permette addirittura di passare dietro la cascata! Il consiglio è di dotarvi di kway e pantaloni impermeabili (seguite i link per acquistare quelli che abbiamo usato noi) se volete bagnarvi il meno possibile. L’esperienza è comunque unica perchè, se si è fortunati, è possibile ammirare l’arcobaleno che si forma grazie alla nebbiolina generata dallo scrosciare dell’acqua sulle rocce sottostanti ed i raggi del sole che vi penetrano.



A pochi passi, percorrendo un percorso ben segnalato, si raggiunge la meno nota ma del tutto affascinante Gljufrabui. Qui l’acqua della cascata cade all’interno di un piccolo canyon raggiungibile guadando il ruscello generato dalla cascata stessa. I ragazzi si sono divertiti a scegliere le pietre giuste per arrivarvi senza immergere i piedi nell’acqua.



Entusiasti dell’esperienza ed incoraggiati dalla giornata interminabile, decidiamo di proseguire il viaggio verso la prossima cascata: Skogafoss. Dopo circa 30 minuti arriviamo al parcheggio della cascata da dove già si percepisce l’imponente massa d’acqua che si infrange a livello strada…viene quasi voglia di toccare il muro d’acqua!


Non dimenticate di percorrere la scalinata che costeggia la cascata per arrivare alla cima della collina dove ammirerete sia la cascata dall’alto sia il panorama che si estende sino al mare. Lo sforzo ne vale davvero la pena!


Prima di andare via ricordate di pagare il parcheggio utilizzando uno dei totem presenti oppure scaricando l’app Parka che sarà utile durante tutto il vostro itinerario in Islanda. Anche se sembra che nessuno controlli, due telecamere riprenderanno la vostra auto all’ingresso e digitando la vostra targa sarà possibile pagare l’importo dovuto (in generale intorno ai 100 ISK).
Stanchi ma appagati dalle bellezze del primo approccio con l’isola, torniamo indietro sui nostri passi in direzione del cottage Smáratún Cottages & Chalets prenotato per la notte (anche se a luglio non la vedrete mai!). Il cottage è carino ed accogliente: oltre ad avere due stanze al piano terra, bagno, cucina e zona living, dispone di due letti posti sul soppalco, per la gioia dei ragazzi.
Una particolarità durante l’estate di questo paese nordico è sicuramente le interminabili ore di luce! pensate che a mezzanotte si può benissimo andare in giro senza alcuna difficoltà!

Giorno 2: Dyrhólaey – Jökulsárlón – Svartifoss
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Dhyrolaey è un maestoso arco roccioso che si protrae nel mare e che a luglio ospita migliaia di Puffin, simpatico uccello islandese dal becco arancione e dal corpo simile ad un pinguino di piccola taglia. Scrutando a sinistra, poco oltre la scogliera, è possibile ammirare la spiaggia nera di Reynisfjara (ma qui ci soffermeremo più avanti).


Proseguendo lungo il percorso si attraversa il paesino di Vik, sormontato da una chiesetta bianca con il tetto rosso. Giuto il tempo di rifornire l’auto e siamo di nuovo in viaggio verso la spettacolare laguna glaciale. Lungo questo tratto della Ring Road si resta ammaliati dalla maestosità del ghiacciaio Vatnajokull (il più grande d’Europa) che ci segue come un gigante dormiente sulle vette che sovrasta, scendendo all’improvviso fino al livello del mare.

La Glacier Lagoon si è formata proprio grazie (o purtroppo) allo scioglimento del ghiacciaio che, ritirandosi, ha lasciato dietro di se una laguna immensa, ogni anno più grande. In fondo alla laguna enormi pezzi di ghiaccio si staccano, andando a formare iceberg che possono vagare tra le acque gelide anche per anni prima di imboccare il canale che congiunge la laguna al mare. Questo canale è attraversato da un ponte che unisce le due rive. Transitandovi con l’auto resterete a bocca aperta: la laguna ed i suoi iceberg si mostrano in tutto il loro splendore, specie se la fortuna vi assiste offrendovi una giornata di sole. Il consiglio è quello di parcheggiare in basso a destra (rispetto la strada) e da li proseguire a piedi per avvicinarvi al punto dove gli iceberg continuano placidamente a roteare, spinti dalle correnti generate dalle maree.



Quando sazi dello spettacolo della natura, attraversate il ponte e dirigetevi verso la sponda destra del canale guardando il mare. Da qui raggiungerete la Diamond Beach chiamata così perchè i pezzi di ghiaccio, frantumati dalle onde, vengono riportati sulla battigia a formare dei punti luce che sembrano diamanti dalle forme più varie.


A malincuore si riparte da quel posto incantato facendo rotta nuovamente verso Reykjavik. Giunta ora di cena ci fermiamo in un localino lungo la strada che serve una zuppa tipica e dei gustosi panini. Una nota: regolatevi con gli orari perchè, pur avendo giornate infinite, non si cena tardi. Alle 21 potreste trovare diversi ristoranti già chiusi. Terminata la cena sembra essere l’ora di andare a letto, ma la voglia di continuare a vedere spinge tutti (compresi i bambini) di un ulteriore passeggiata serale. Decidiamo di andare a Svartifoss. Per arrivare a questa cascata circondata da una parete basaltica che sembra essere fatta dalla mano di un artista, è necessario percorrere un sentiero in salita di circa 20 minuti. La pendenza e la stanchezza della giornata si fanno sentire ma il silenzio (vista l’ora) ed il planare degli uccelli intorno all’acqua che scende, rende l’atmosfera da fiaba.



E’ giunto veramente il momento di andare a dormire e ci spostiamo di una quarantina di minuti per raggiungere la sistemazione per la nostra seconda notte, Hörgsland Cottages. anche in questo caso la tranquillità del posto fanno apprezzare sempre più la natura che ci circonda.
Giorno 3: Fjarðarárgljúfur – Reynisfjara Beach – Kvernufoss – Reykjavik
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Nascosto nelle profondità del paesaggio ondulato dell’Islanda del sud, Fjarðarárgljúfur è un canyon che sembra scolpito dalla mano di un gigante, un’opera d’arte naturale che incanta e stupisce. Con i suoi due chilometri di lunghezza e fino a 100 metri di profondità, Fjarðarárgljúfur si presenta come una ferita nella terra, una fenditura profonda che svela strati di roccia millenaria e racconta la storia di ere geologiche passate.

Il panorama che si apre davanti agli occhi quando si arriva al bordo del canyon è di una bellezza travolgente. Le pareti scoscese si innalzano ripide, coperte di muschi verdi che sembrano quasi accarezzare la roccia con la loro morbidezza. Il fiume Fjaðrá, che ha scolpito questo magnifico canyon nel corso dei secoli, scorre in basso con acque cristalline, serpeggiando attraverso la gola come un nastro argentato.


Camminando lungo i sentieri panoramici che costeggiano il bordo del canyon, ogni curva rivela nuove prospettive, nuovi angoli di bellezza incontaminata. In certi punti, la gola si restringe, creando un senso di intimità, quasi di protezione, come se il canyon volesse abbracciare chi lo visita. In altri, si allarga, offrendo vedute spettacolari che sembrano estendersi all’infinito.
Ma forse il momento più magico è quando si raggiunge il punto più alto del percorso e si guarda giù, nella profondità del canyon. Qui, il contrasto tra il verde vibrante dei muschi, il blu intenso dell’acqua e il grigio scuro delle rocce crea un quadro naturale che sembra uscito da una leggenda. Il silenzio è rotto solo dal mormorio del fiume e dal soffio del vento che scivola lungo le pareti rocciose.
Fjarðarárgljúfur non è solo un luogo da vedere, ma da vivere. È un’esperienza che tocca l’anima, un incontro ravvicinato con la forza primordiale della natura islandese. Qui, la terra racconta la sua storia in un linguaggio di pietra e acqua, invitando chiunque vi si avventuri a connettersi con qualcosa di più grande, più antico, e infinitamente affascinante.

Reynisfjara Beach, situata lungo la costa meridionale dell’Islanda, è uno di quei luoghi che sembrano appartenere a un’altra dimensione, una terra incantata sospesa tra mito e realtà. Qui, l’oceano Atlantico si infrange con forza contro una spiaggia di sabbia nera come la notte, un contrasto affascinante con il bianco della spuma delle onde. La sabbia, formata da minuscoli frammenti di lava basaltica, racconta storie di antiche eruzioni vulcaniche e secoli di erosione.

Ciò che cattura immediatamente l’attenzione sono le imponenti colonne di basalto che si ergono come un organo gigantesco, una cattedrale naturale che domina la costa. Queste formazioni geometriche, chiamate Hálsanefshellir, sembrano scolpite da mani divine e si allineano perfettamente lungo la scogliera, conferendo al paesaggio un’aria di mistero e potenza. Al largo, le sagome scure dei faraglioni di Reynisdrangar emergono dalle onde come giganti pietrificati, protagonisti di antiche leggende islandesi che narrano di troll trasformati in pietra dalla luce del sole.


Passeggiare lungo Reynisfjara Beach significa immergersi in un’atmosfera surreale, dove il vento freddo trasporta il profumo del mare e il suono delle onde si mescola con il canto degli uccelli marini che nidificano tra le rocce. È un luogo che invita alla contemplazione, dove ogni passo sulla sabbia nera sembra avvicinare un po’ di più al cuore pulsante dell’Islanda.

Nascosta in una tranquilla valle non lontano da Skógar, la cascata di Kvernufoss è un gioiello poco conosciuto dell’Islanda del sud, un luogo che offre un’esperienza unica e intima. A differenza delle più famose cascate islandesi, Kvernufoss è un rifugio di tranquillità, lontano dalle folle, dove si può veramente sentire la natura respirare.

Il sentiero che conduce a Kvernufoss è un percorso breve ma suggestivo, che serpeggia attraverso un paesaggio verdeggiante, incorniciato da montagne e prati punteggiati di fiori selvatici. All’improvviso, la cascata appare in tutta la sua bellezza: un velo d’acqua cristallina che si tuffa da un’altezza di circa 30 metri, creando un ruggito che riempie l’aria.
Ma la vera magia di Kvernufoss si rivela quando ci si avvicina. Un sentiero permette di passare dietro la cascata stessa, offrendo una prospettiva mozzafiato. Da questa posizione privilegiata, il mondo sembra trasformarsi: la luce filtra attraverso l’acqua in un gioco di riflessi e ombre, mentre il suono dell’acqua che si infrange sulle rocce riempie l’aria. Il panorama dall’interno della cavità è incredibilmente suggestivo, con la vista della valle incorniciata dal velo d’acqua che scende davanti a voi.


Kvernufoss è più di una semplice tappa, è un’esperienza sensoriale completa che consente di entrare in sintonia con la natura, di sentirne la forza e la delicatezza allo stesso tempo. È un luogo dove il tempo sembra rallentare, permettendo di vivere appieno ogni singolo istante.
Questo splendido film è parzialmente ambientato proprio in Islanda: https://wwayne.wordpress.com/2024/08/31/una-scelta-coraggiosa/
Ciao wwayne grazie per l’informazione
Grazie a te per la risposta! 🙂
Ottimo suggerimento per rivivere i luoghi più belli!
[…] Islanda del sud: emozioni tra “diamanti” e cascate Reykjavik e il Circolo d’Oro Il Nord dell’Islanda: paesaggi e meraviglie nascoste […]